
Crowdfunding e la tassazione dei redditi
I proventi sono ricompresi tra i “redditi di capitale”
Un fenomeno che sta trovando larga diffusione negli ultimi anni è quello del crowdfunding: si tratta di una modalità di finanziamento “collettivo” a cui partecipa un elevato numero di investitori che, utilizzando specifici portali internet, sostengono (anche con investimenti di modesta entità) progetti imprenditoriali di qualsiasi genere, ricevendo in cambio un “premio” o una ricompensa.
In relazione al tipo di finanziamento è possibile distinguere diversi modello di crowdfunding:
- il donation-based, è un modello utilizzato per finanziare progetti destinati alla comunità e, quindi, donare una determinata somma ad un ente no-profit, senza ricevere alcunché;
- il reward based, è un modello che permette di finanziare un progetto ricevendo in cambio una ricompensa, commisurata alla donazione, in genere non in danaro; ad esempio, si finanzia uno spettacolo musicale ottenendo in cambio i biglietti per assistere al concerto;
- l’equity based è un modello di crowdfunding che consente all’investitore di entrare a pieno titolo nella compagine societaria dell’azienda finanziata, acquistando una partecipazione al capitale della stessa;
- royalty based, è un modello in cui l’investitore – finanziando una determinata iniziativa – riceve in cambio parte dei profitti dell’impresa (le royalties).
L’attività di “peer to peer lending”, in particolare, attraverso l’utilizzo di piattaforme online, mette in relazione soggetti (privati o azienda) che necessitano di risorse finanziarie e coloro che sono interessati a prestare denaro (“prestatori”): chi effettua il prestito riceve un interesse il cui tasso è commisurato al rischio dell’operazione (rileva il rating assegnato al richiedente, minore è il rating e più alto è il tasso di interesse da corrispondere per ripagare il capitale).
La piattaforma (o marketplace) svolge una funzione di intermediario nonché gestisce i flussi dai richiedenti ai prestatori.
Con Legge di Bilancio 2018 è stato dato un quadro normativo certo al regime fiscale dei proventi derivanti dall’attività di crowdfunding nella forma peer to peer lending.
I proventi ricompresi tra i “redditi di capitale”
Infatti, a decorrere dal 01/01/2018 sono stati espressamente ricompresi tra i “redditi di capitale” i proventi derivanti da prestiti erogati per il tramite di piattaforme di prestiti per soggetti finanziatori non professionali gestite da società iscritte all’albo degli intermediari finanziari o da istituti di pagamento.
Conseguentemente, i gestori della piattaforma (operando quali sostituti d’imposta) saranno tenuti ad operare una ritenuta a titolo d’imposta del 26% sui redditi di capitale corrisposti a persone fisiche.
Con riferimento al periodo d’imposta 2017, invece, le remunerazioni (interessi) conseguite dai privati attraverso i suddetti investimenti concorrono alla base imponibile dell’Irpef e, pertanto, sono tassati in base al relativo scaglione Irpef.
Nell’ambito del modello dichiarativo, questi vanno riportati nel rigo RL2 del quadro RL, indicando l’eventuale ritenuta d’acconto operata dai gestori.