Il PUMS ed il centro storico cittadino
Da tanti anni il dibattito sul centro storico cittadino scalda gli animi non solo dei cittadini ma soprattutto degli operatori economici della nostra città.
Dibattito certamente non facile, condizionato in maniera forte da scellerate scelte amministrative, nei primi anni duemila, che hanno in un qualche modo stravolto il tessuto commerciale di questa città.
La nostra Associazione, da sempre coerente con il principio che il centro storico fosse un bene comune da tutelare e preservare, ha presentato in tutti questi anni idee e proposte affinché non si andasse incontro ad una sorta di “desertificazione imprenditoriale” all’interno della cinta muraria che delimita il centro storico cittadino.
Di contro, abbiamo assistito in questo ultimo ventennio, ad una sorta di corsa alla “modernità” che ha portato ad avere due velocità differenti tra gli interventi nel centro cittadino e la periferia.
Allora l’occasione del dibattito sul Piano Urbano della Mobilità Sostenibile ci è utile, ancora una volta, per ribadire che la sopravvivenza dei centri storici passa attraverso la dotazione di “servizi” per i residenti, gli imprenditori ed i frequentatori.
Dotare la città di parcheggi non deve essere considerata un’eresia; Faenza è l’unica città della Romagna ad essere rimasta completamente immobile su questo fronte, non avendo provveduto ad effettuare alcun investimento significativo. Anzi, dall’introduzione del Piano della Sosta, si è registrato un calo degli stalli, seppur con una loro diversa regolamentazione. Nelle osservazioni ai documenti del Pums, che tra l’altro parte da dati non aggiornati sulla mobilità delle persone, abbiamo fatto presente che un documento che prevede una programmazione della viabilità e sosta per i prossimi dieci anni con un piano di investimenti pari ad una quarantina di milioni, non può non prevedere che almeno un quarto di questi deve essere impiegato per la realizzazione di stalli per la sosta.
E’ infatti impensabile oggi che, ancora prima di aver realizzato almeno un migliaio di stalli per la sosta a servizio del centro storico, si ipotizzi lo svuotamento di parcheggi quali San Francesco, Piazza delle Erbe o Piazza Sant’Agostino. E la realizzazione di questi stalli non deve essere fraintesa; gli stalli messi a disposizione attraverso l’utilizzo di parcheggi scambiatori sono un’altra cosa, vanno bene per eventi straordinari, ma non per la quotidianità. Bisogna avere il coraggio di fare scelte forti, con una visione della città diversa rispetto al passato.
Per un centro più vissuto c’è bisogno non solo degli stalli di sosta, ma di mettere anche mano alla viabilità, incentivando e facilitando l’accesso diretto al centro.
Bisogna inoltre incoraggiare gli investimenti dei privati, sia cittadini che imprenditori; una volta il settore del commercio aveva una legge regionale, la 41 del 97, che incentivava la riqualificazione delle imprese commerciali e dei pubblici esercizi che, unendosi in associazioni temporanee di imprese, provvedevano ad effettuare significative migliorie nelle proprie attività. Bisogna oggigiorno ripensarla e reintrodurla.
L’organizzazione di eventi nel centro città deve essere rispettosa della presenza e della piena operatività delle attività presenti, garantendo sì l’afflusso di persone, ma anche il regolare svolgimento dell’attività commerciale.
Ruolo centrale per la vitalità del centro storico viene svolto dai pubblici esercizi; agevolare quanto più una maggiore occupazione degli spazi esterni, a tariffe agevolate come è stato fatto in questi ultimi anni, è davvero fondamentale; andrebbe semplificata la procedura di rilascio delle autorizzazioni, andrebbe introdotto un adeguato regolamento per la realizzazione dei dehors esterni, sottratta qualsiasi discrezionalità a soggetti che oggi, in maniera totalmente negativa, condizionano pesantemente la capacità e volontà di realizzare investimenti importanti.
Maggior pulizia delle strade e delle Piazze, maggior decoro delle facciate degli edifici, recupero ed insediamento di nuove attività in edifici oggi dismessi, incentivazione degli investimenti di riqualificazione degli spazi sia pubblici che privati, sono solo alcuni spunti da cui partire.